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Marigliano
INSCRIZIONI ROMANE
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Numerose sono le testimonianze del passato romano di Marigliano. Passeggiando per le strade del comune, che in origine era un “castrum romanum”, un attento osservatore può notare alcune iscrizioni di epoca romana. La prima, su cui sono riportate queste parole: “FISIAE SEX FIL. RUFINAE CLUVIA M. FIL MODESTA FISIA RUFINA AMICAE”, risale alla seconda metà del I secolo d.C.
Tale iscrizione è incisa su un monolite in marmo bianco a grana fine, che anticamente dovette costituire l’architrave di un antico
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monumento funerario e che attualmente viene utilizzato come architrave del portale di ingresso della chiesa dedicata a San Vito, adiacente al Convento dei Frati Minori Francescani.
Si tratta di una iscrizione sepolcrale, in cui una donna Cluvia Modesta Fisia Rufina, dedica all’amica Fisia Rufina l’intero monumento funerario.La seconda iscrizione, posta precedentemente sotto una statua oggi andata persa, si trova ora incassata nel muro del palazzo sito all’angolo della Viella del Municipio. Si tratta di una iscrizione funeraria dedicata a Caio Stazio che così dice: “C. STATIO QF FAL HEREDES EX TESTAMENTO”Un’altra iscrizione incisa su di una lastra é conservata nella cappella di famiglia dei Napoletano nel viale di ingresso del cimitero di Marigliano. Nel 1893, riferisce il Ricciardi, la si poteva osservare nei pressi di Via Giannone, sulla facciata del palazzo al numero civico 10 il cui ingresso si trova in via Campanella. Essa, risalente alla seconda metà del I secolo d.C. così riporta: “ Dis Manibus”.Nel pilastro angolare sinistro del muro di recinzione della piazzetta antistante l’ingresso della parrocchia di S. Stefano, in via C. Matrisciano nella frazione di Casaferro, è incisa una iscrizione su di un blocco di calcare locale che recita “DIS MANIB”. Venne riportata alla luce nel 1874 nel corso dei lavori di scavo per le fondamenta della Chiesa insieme a numerosi marmi di epoca romana.Il Mommsen riporta un’altra iscrizione che, avendone notizia da altri autori, posiziona in una villa presso la chiesa di S. Vito. Purtroppo ricerche in quella zona non hanno dato validità a tali supposizioni.
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